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#24: 5 anni [1987] Confessions
Dopo almeno 4 anni in cui non ho toccato nemmeno una volta la chitarra, mi ritrovo al fatidico 'bivio'...sono completamente senza soldi, vivo in qualche modo della grazia della mia nuova ragazza, e non sto concludendo nulla...i miei sogni di successo immediato nella musica si sono schiantati, e comincio a credere che qualunque sia 'quella' cosa che uno deve avere, io semplicemente non ce l'ho...guardare la vita di mio padre e la sua costante esistenza alla giornata è deprimente...sono davvero orgoglioso di mio padre e dei suoi immensi talenti, ma questa adorazione ha un prezzo molto caro...logicamente parlando, se mio padre, che ai miei occhi ha immensamente più talento di me non è riuscito a farcela ad avere successo nella musica, com'è lontanamente possibile che possa aspettarmi dalla mia vita musicale qualcosa che sia anche solo prossimo al successo...mio padre è un cantante molto migliore di me, un incredibile chitarrista, e molti potrebbero dimostrare che è anche più bello (di sicuro più affascinante!)...in più, mio padre camminava e parlava e assomigliava al ruolo, cosa che non potevo ottenere con la mia camminata dinoccolata, il mio atteggiamento perennemente negativo, e la mia pelle bianca da morto...non ho mai pensato alla musica come a qualcosa che avrei fatto solo part time...essere stato educato con un'estetica molto alta su cosa era 'buona' musica, e per certi versi su cosa costituisca un successo, mi collocava in una posizione diversa rispetto a quelli i cui genitori tolleravano o si opponevano ai loro sogni musicali...mio padre gettava un'ombra immensa su ogni cosa che facevo musicalmente, tanto che se proprio avessi sperato di ottenere qualcosa come musicista, avrei dovuto accettare che probabilmente sarebbe sempre stato debole rispetto ai suoi successi, che onestamente non erano affatto successi...questo pensiero mi ossessionava, l'idea di portare avanti gli 'affari di famiglia', mi spinse in fretta ad abbandonare una volta per tutte l'intero concetto di farcela, e molto probabilmente per sempre...

C'è una libreria discount verso ciò che noi a Chicago chiamavamo un '5 corners' ['cinque angoli', ndr], che si ha quando 2 strade si incrociano ad angoli di 45 gradi, e una terza strada taglia completamente un angolo libero, creando in effetti 5 veri angoli...ai vecchi tempi, prima dei centri commerciali c'erano sempre importanti punti di shopping affinché le persone potessero prendere degli autobus da tutte le parti della città verso un determinato punto, comprare e andare a casa (questo particolare angolo è ancorato al grande magazzino Sears)...la libreria è proprio dietro quello sperone, e noto, un giorno mentre passo con l'autobus, che hanno un cartello 'cercasi aiuto' in vetrina...entro un pomeriggio e parlo con la direttrice del negozio, una ragazza molto simpatica sulla ventina che mi parla a lungo di libri e arte, e alla fine della nostra conversazione mi dice che praticamente sono assunto...un vero lavoro!...l'unico tranello era che avrei dovuto incontrare il suo direttore di distretto la settimana seguente per concludere l'assunzione, ma continua ad assicurarmi che avrebbe messo una buona parola per me, e non c'è bisogno che mi preoccupi perché ha veramente bisogno di aiuto in negozio...fluttuo al settimo cielo verso casa, così eccitato come sono dalla prospettiva di avere un vero lavoro e di uscire dall'orribile situazione in cui mi trovo, sapete, quella di non avere un futuro...
  24
   

Vado a casa e do la buona notizia a mio padre, chiamo Chris e le dico che sembra che finalmente io abbia ottenuto un vero lavoro...fare musica è la cosa più lontana dalla mia mente in questo momento, perché la mia autostima è così bassa che voglio disperatamente che tutti smettano di guardarmi come un completo e totale perdente...così il pomeriggio del colloquio mi liscio indietro i capelli e li lego in una coda pulita, tiro fuori la mia unica camicia bianca (quella che uso per i matrimoni e i funerali) e prendo in prestito una noiosa cravatta da mio padre...mentre prendo l'autobus per il negozio, mi sono già preparato mentalmente al fatto che se vogliono che mi tagli i capelli corti per ottenere il lavoro allora lo farò, perché comunque non sembra che abbiano più importanza come affermazione di chi voglio che la gente pensi che io sia (mi immagino che se i miei capelli lunghi sono l'unico ostacolo tra me ed un'entrata fissa, allora devono andarsene)...sono abbastanza nervoso mentre attraverso l'entrata principale del negozio (non ho mai fatto un vero colloquio di lavoro), ma sono sollevato quando la prima persona che vedo è la stessa direttrice del negozio che mi ha fatto ottenere questo colloquio finale...mi chiede di aspettare un attimo, e va a vedere se il direttore è pronto per me, e velocemente ritorna e mi dice come tornare lì agli uffici...mentre mi allontano, mi regala un caldo sorriso e dice "buona fortuna'...

Appena entro nell'ufficio, che è sufficientemente grande per essere adatto a 2 persone, un debole odore di erba mi colpisce dolcemente alla testa...è un odore persistente che mi è molto familiare, visto che mio padre fuma circa 10-12 canne al giorno...il manager del distretto, che ha poco più di trent'anni, ha quell'aria schiva della serie "sono più furbo di te" e subito mi lancia uno strano sguardo divertito...mi chiede di sedermi su una sedia di plastica, e comincia a farmi delle domande di base tipo qual è il mio background scolastico (lode alle scuole superiori, niente università), precedenti esperienze di lavoro (impiegato part time in una libreria universitaria, consegna delle pizze), ed alcune altre domande vuote e trite...ogni risposta che do è accolta con un sorrisino compiaciuto e comincio a sudare nei vestiti perché, per chissà quale ragione, questo colloquio non sta andando bene...comincio a precipitare dall'alto del pensiero che stavo quasi per ottenere un lavoro a quanto sarò fottuto se non ottengo questo lavoro...il tono delle domande si sposta verso cose tipo come so che farò un buon lavoro, oppure se si possono fidare di me per i soldi e mi viene in mente che questo tossico nemmeno tanto discreto si sta divertendo a fottermi cercando di farmi fallire...comincio ad essere silenziosamente arrabbiato perché questo tipo non è più furbo di me e non mi frega un cazzo di ciò che pensa di me e della mia vita...il tono comincia a diventare moderatamente combattivo tra noi ma è ancora nascosto sotto il decoro educato di un 'professionale colloquio di lavoro'...ha la faccia tosta di chiedermi se sono capace di mettere in ordine alfabetico i libri, a cui io rispondo in modo sarcastico "penso di potercela fare"...arriva la rivelazione e la mia mente si apre quando mi fa l'ultima semplice domanda:"allora, dove si vede tra 5 anni?"...e Dio mi è testimone, queste poche parole sono uscite fuori da questa bocca innocente..."5 anni? Beh, tra 5 anni sarò famoso e non avrò bisogno di un lavoro del cazzo come questo"...al che il tizio ha sorriso come un gatto malvagio e ha detto semplicemente "Ok, ad ogni modo, grazie per essere venuto...le faremo sapere"...

Mentre sto uscendo dal negozio, mi fermo a salutare la dolce direttrice quando stava giusto per chiedermi come era andato il colloquio...le dico "non tanto bene" ma che ho molto apprezzato che lei mi abbia dato un'opportunità...cerco di mantenere un contegno fino a che attraverso la strada e chiamo Chris da un telefono a gettoni, dopo di che scoppio in lacrime di fronte al mondo intero, piangendo disperatamente per la mia fortuna avversa...mi sentivo il più depresso dei depressi, non essendo nemmeno capace di ottenere il più umile tra gli stupidi lavori, impilare libri su uno scaffale vuoto...mi precipito nell'appartamento di Chris, con la mia camicia bianca e la cravatta noiosa, per cercare di consolare il mio dolore, e passo lì la notte...ed è così che sull'autobus per ritornare a casa la mattina seguente prendo la più fatidica delle decisioni...

   
Traduzione a cura di by june - Correzione, adattamento e revisione a cura di BillyCorgan.it.    
Confession #23 Indice
Confessions
Confession #25
   

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