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#20: Nothing Ever Changes [1986-1987] Confessions
A causa del Grande Incendio di Chicago del 1871 gran parte dei quartieri originari sono disposti secondo una griglia di edifici definita piuttosto semplicemente... questo definisce in effetti i quartieri, e molti di questi ancora trattengono l'apparenza dei vecchi tempi dei negozi ad angolo, quelli che funzionavano bene quando c'era solo una piccola comunità... l'angolo vicino la casa di mio padre, per esempio, era piccolo di suo, c'era un modesto droghiere, un ufficio d'assicurazioni e altro (spazzatura)... proprio in fondo alla strada c'era la libreria dove lavoravo part-time, un bancone da hot-dog e altra spazzatura... la maggior parte delle cose che si potessero volere poteva essere raggiunta facilmente in autobus o in bicicletta, così fu un giorno fatidico quando andai in bicicletta per Austin Avenue, circa un miglio [un chilometro e mezzo, ndt] oltre l'angolo di Lawrence Avenue... non stavo facendo niente di particolare quel giorno, ero solo annoiato a morte in realtà, quando incappai in un polveroso negozio di dischi che avevo visto mentre guidavo l'auto di qualcuno (ne avevo preso nota mentalmente per controllarlo in un secondo momento)... questo incrocio inoltre aveva il suo particolare assortimento di negozi: una farmacia, una casa della bistecca economica, un negozio di vestiario femminile, un negozio di specialità gastronomiche, e una pizzeria da consegna a domicilio... niente di straordinario, in realtà, non fosse stato per quel minuscolo negozietto di vecchi vinili...

Il ragazzo dietro al bancone mi saluta, e io inizio a scorrere con le dita tutto quello che hanno... ovviamente lui non sa che io non ho soldi, ma immagino che se trovo qualcosa che voglio veramente, posso sempre tornare in un altro momento a prenderlo... non c'è aria condizionata qui, il caldo è asfissiante e l'unica aria che soffia è quella di un ventilatore che gira su se stesso... le mensole sono fatte a mano con legno rimediato, gli album giacciono su cassette per ortaggi... quasi una discarica... il tizio mette su un disco decente, qualcosa che riconosco essere degli anni '60, non del tutto ignoto, ma qualcosa di cui si vorrebbe saperne di più per distinguerlo dal mucchio... faccio commenti al riguardo a voce alta, e il tizio è sorpreso che io conosca quello che sta sentendo... iniziamo a nominare un po' qua e un po' là dischi diversi e canzoni di tutti i generi, e prima che me ne rendessi conto eccomi lì a trascorrere un paio d'ore facendo compagnia a questo tizio... non devo andare in nessun posto, e la musica è buona, quindi sono felice... mi dice che non è suo il negozio, ma è di proprietà di "un tale dentro al giro di cassette da concerti" e che odia lavorare lì... che vuole andarsene presto e trovare un lavoro migliore... dopo un po' mi rendo conto che nessuno viene in questo posto, e mi domando come faccia il proprietario semplicemente a tenere la porta aperta... il ragazzo mette qualcosa che io non ho mai sentito prima, e gli dico che la trovo grandiosa, così lui semplicemente mi dà i dischi... "tienili", mi dice, "non mi interessa, prendili e poi me li restituisci, registrateli su cassetta, non ti preoccupare", e così eravamo diventati amici...
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Inizio ad andare a questo negozio di musica quasi ogni giorno all'inizio, alla fine proprio tutti i giorni... all'inizio sono tipo in giro in cerca di un lavoro, ma anche dopo essermi reso conto che non succederà niente del genere, continuo a farci un salto solo per ridere... grazie al negozio vengo a conoscenza di un sacco di nuovi personaggi... Mike, il tipo al bancone... Cuz (il cui nome è sempre Mike, il cugino di Mike, chiamato così per evitare confusioni ["cuz", "cousin" = cugino, ndr])... Crazy Johnny (il migliore amico di Mike)... Hippie Bob (un immigrato tedesco il cui padre è un cittadino degli Stati Uniti)... e 'I-talian' Nick (un tizio molto più grande che sembra piuttosto instabile mentalmente - guida una macchina molto veloce, e ha un'enorme collezione di dischi)... il primo giorno che incontro Hippie Bob mi chiede se voglio andare cercare lavoro con lui... gli dico che mi sembra una buona idea, e subito dopo mi ritrovo che andiamo in giro sulla sua vecchia auto... non so dove stiamo andando, perché cercare lavoro con Bob significa andare in giro alla ricerca di segnali 'cercasi aiutante' sulle vetrine... fortunatamente non ne vediamo nessuno quindi ci ritroviamo a girare in tondo... nel mentre mi racconta che è un musicista e sta cercando di formare un gruppo... questo tizio mi sembra molto strano, non il tipo di persona con cui vorrei formare un gruppo, e mi tiro indietro dalla cosa, mentendo dicendogli che non mi interessa formare un gruppo... inizia a raccontarmi di quanto sia bravo con la chitarra, citando Frank Zappa come sua principale influenza, dicendomi che lui è meglio di Zappa... gli dico che ritengo Zappa un grande chitarrista e dubito fortemente che un fenomeno come lui possa suonare così bene, ma continuo ad ascoltarlo... quando si accorge dei miei dubbi, mi propone di andare a casa sua e 'improvvisare qualcosa' insieme... ora, ho appena incontrato questo tizio, e per quanto ne so è venuto da me per quella che mi sembra una specie di abitudine di prendere qualcuno in macchina (per quanto puzzolente... lui puzza di sigarette marce)... i capelli di Bob sono unticci, ha occhiali spessi come fondi di bottiglia, e indossa abiti che sono fuori moda da venticinque anni... insomma, concludo che Mike del negozio non mi avrebbe spedito con questo maniaco se tutto ciò fosse stato pericoloso, così gli dico "va bene, andiamo a casa tua a vediamo cos'hai"...

Vive in un piccolo seminterrato da solo, quasi senza mobili... poco più in là noto un organo Farfisa, che è lo stesso tipo di tastiera che usavano i Doors... Bob mi racconta che nel suo gruppo lui suona l'organo e la chitarra... la sua chitarra è una specie di sottomarca economica con dei bottoni sopra, che ironicamente riproducono tutti quei suoni sfasati alla Frank Zappa... Bob sa che suono la chitarra e forse a causa del mio aspetto pensa di saperla suonare come se non meglio di me... ora vuole che io sia nel suo gruppo!... mi porge la chitarra, dopo trenta secondi si siede a bocca aperta mentre farfuglia "diamine, sai davvero suonare! porca miseria, altro che Hendrix!!"... gli restituisco la chitarra su cui lui suona qualche suono atono che non ha senso e non è musicale... non sa suonare, ma se chiudi gli occhi per bene giureresti che ti sta fottendo... faccio l'errore di chiedergli "nel gruppo chi suona la tastiera mentre tu suoni la chitarra? O qualche volta suoni solo la tastiera e nessuno suona la chitarra?"... al che lui risponde "io"... gli dico che non capisco e mi dice "oh, no amico, io suono la chitarra e la tastiera, CONTEMPORANEAMENTE!... ecco, ora ti faccio vedere"... inforca l'organo e si siede su una sedia così può raggiungere i tasti con la sua mano destra... si mette la chitarra su un fianco, pizzica una corda, e poi suona la tastiera per due secondi, passando dall'uno all'altra in continuazione, facendo dei suoni con la mano sinistra sul manico mentre fa del casino con la destra... È la schifezza più grande che abbia mai visto o sentito, e lui mi chiede pieno d'entusiasmo "che ne pensi?"... gli dico che è orribile, al che lui ride e continua a suonare...

Lavoro sulla musica per lo più da solo, visto che Lenny mi ha detto che è troppo impegnato col lavoro, così le nostre sessioni di scrittura devono aspettare per un po'... ultimamente ho ascoltato più rock anni '60 comunque (l'influenza dei dischi che sto prendendo in prestito dal negozio), molti sull'onda psichedelica, e voglio provare ad incorporarlo di più nel suono prodotto dalle mie canzoni, qualcosa che sia diverso da quello che avevamo fatto a casa di Lenny... lavorando principalmente di mattina e tardi la sera inizio a fare un 'album'... è il mio primo tentativo di mettere insieme un gruppo coeso di canzoni e questo mi spinge a scrivere diversi tipi di canzoni come quelle che uno troverebbe su un bell'album (uno con un filo conduttore)... mio padre si è trasferito nella stanza di controllo dello studio perché è lì che sta il suo unico condizionatore, così mi dà la sua stanza sul retro, che è comoda perché c'è molto più spazio per lavorare... ho trovato una vecchia consolle stereo che funziona nel vialetto, e suona alla grande, così la metto nella mia nuova stanza e ci collego tutti i miei cavi... decido di chiamare l'album "nothing ever changes" [non cambia mai nulla, ndt], perché quello è il modo in cui mi sento... trascrivo una mappa di emozioni che voglio mettere nel disco... per esempio, anziché canzoni a sé stanti, una tracklist potrebbe essere del tipo: canzone veloce (d'apertura), canzone dal groove "heavy", canzone lenta, canzone "spacey", lunga canzone dark, canzone triste e così via... se ho già una canzone che rientra in una categoria, ci avrei messo quella piuttosto... questo mi aiuta a focalizzarmi sullo scrivere verso una certa direzione, e non stare seduto in attesa che arrivi la 'musa', che generalmente parlando produce canzoni triste e lente (la mia cadenza naturale)... sono davvero eccitato da tutto ciò, perché finalmente mi dà qualcosa per cui vivere, respirare e morire...

La vita adesso è semplice... scrivere, trovare soldi, andare a fare un giro al negozio di dischi, provare a stare fuori dai guai, cercare una nuova ragazza... quindi è questa la storia di sottofondo della mia vita il giorno che metto insieme tutto il mio coraggio e chiamo la ragazza con il volto da Betty Boop...

   
Traduzione a cura di absolute - Correzione, adattamento e revisione a cura di BillyCorgan.it.    
Confession #19 Indice
Confessions
Confession #21
   

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