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#15: Trovando le loro ali in un barattolo di vetro [1973] Confessions
E' una calda giornata fuori e sto correndo sul giardino a fianco di un campeggio per roulotte...qualcuno ha scavato delle piccole buche ogni cinque piedi circa [un metro e mezzo, ndt], e ogni volta che passo sopra ad una ci piazzo il piede dentro e provo a continuare la corsa, cercando di giocare con me stesso ad uno stupido gioco senza regole (ci sono solo una decina di buche in tutto il giardino)...sulla settima, mentre sto per buttarci dentro il piede, scorgo qualcosa di luccicante e marrone...la buca è piena di vetri marroni di bottiglie rotte, ma è troppo tardi per fermarmi e l'inerzia mi sospinge lì così da ridurmi il piede in brandelli...visto che viviamo come in una bolla isolata al termine della nostra strada senza uscita, la vita ha un sentore idilliaco e suburbano...questa è la promessa utopistica della periferia, sicurezza nei dintorni e feste di compleanno e mamme che versano tazze di latte in assolate giornate estive...la nostra famiglia è comunque ben diversa, noi bambini che viviamo con l'idea che nostro padre diventi una rockstar e la nostra ambiziosa matrigna che vola alto (è un'assistente di volo)...i capelli di mio padre gli arrivano alla vita, ha un orecchino all'orecchio destro e per i suoi concerti serali nei locali si veste con dei lustrini...è roba piuttosto audace per la periferia di Chicago nel 1973, e io miro affascinato mio padre mentre si applica questi lustrini a forma di scorpione uno ad uno fino ad assomigliare a un reietto glam...il tocco finale è dato da una camicetta femminile argentata e luccicante legata all'ombelico, stivaletti di pelle di serpente a sonagli e un cappotto lungo fino ai piedi...scompare in un turbine ogni sera, lasciando il vuoto dietro di sé...

Spesso mio padre prova con il suo gruppo nel seminterrato, che non è isolato acusticamente nei confronti del vicinato considerando che tutte le abitazioni sono una attaccata all'altra...comunque i nostri vicini non si lamentano molto perché non vogliono che mio padre li consideri poco alla mano...non mi è permesso andare nel seminterrato quando provano anche se non desidero altro...li guardo suonare attraverso una piccola finestrella nel vicolo piazzando la faccia sul vetro e usando una mano per ripararmi dal sole...comunque, sembra che ogni volta che vanno bene si fermano e iniziano a chiacchierare troppo a lungo, si mettono a scherzare o forse perdono semplicemente venti minuti fumandosi uno spinello...io vivo solo per quei pochi momenti in cui suonano musica perché mi piace molto ed è eccitante vederli suonare...è interessante vedere mio padre e come si comporta con i suoi colleghi, perché si vede chiaramente che questi lo ammirano...sembra sempre lui il capo, interviene sempre per ultimo come se dovesse avere lui l'ultima parola su qualunque cosa...suona così bene che spesso si perde nel suono e, quindi, il gruppo gli sta dietro...gli altri sono bravi, ma mio padre lo è molto più di loro...

Queste sessioni di prove diventano argomento di conversazione nella nostra piccola strada tra i miei amici perché alla nostra età qualunque tipo di musica dal vivo, anche se limitata, ci appare come un gran concerto rock...all'inizio conduco i miei amici fino alla finestrella per far vedere loro stessi come si svolgono le cose...ma poi mi faccio furbo e copro l'apertura con una piccola bacinella di plastica...piegandola contro il muro blocca la luce e crea una barriera così che nessuno può guardare liberamente...per il raro privilegio di guardare il gruppo suonare inizio a chiedere un penny ciascuno che vale fino a quando smettono di suonare...ma la loro abitudine di suonare dieci minuti e poi fermarsi per altri venti, rovina i miei piani e i ragazzini iniziano a lamentarsi pretendendo indietro i loro soldi...

Poco prima del quattro luglio mio padre porta me e mio fratello nel lotto vuoto proprio al di là della fine della nostra schiera di caseggiati per mostrarci il suo modo personale di festeggiare l'indipendenza...ha riempito un grande secchio d'acqua e l'ha trascinato qui, ma ancora non ne capisco il motivo...poi prende il suo coltellino e pratica dei fori in una latta di caffè vuota...dopo circa dieci minuti di sghignazzi ottiene tutto come vuole...prende dalla tasca un petardo M-80, lo accende con la punta della sua sigaretta, lo getta con un fare enigmatico nella latta, lo butta nel secchio con l'acqua e continua facendo esplodere il tutto a quaranta piedi sopra di noi in aria...(ATTENZIONE, NON PROVATE A FARLO A CASA!!! MOLTO PERICOLOSO) ...noi facciamo "ooh" e "ahh" davanti a questo spettacolo inatteso della forza della fisica, incitato dal nostro stupore ripete lo stesso rito per sette volte...gli faccio delle domande sul funzionamento del tutto e lui mi spiega tutto con calma, la teoria della forza contro l'acqua, proprio mentre lancia un altro colpo sempre più in alto...

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La mattina successiva, dato che mi sono svegliato presto e i miei genitori dormivano ancora, prendo mio fratello e lo porto fuori perché ho una grande idea...ho trovato alcuni degli M-80 di mio padre e li avevo tenuti in tasca, e mi serviva giusto l'aiuto di mio fratello per trascinare il secchio più grande...il secchio vuoto e la latta di caffè sono fuori sul retro, mi basta solo prendere il tubo del giardino per riempirlo d'acqua a circa la stessa altezza del giorno prima...maldestramente trascinammo il secchio sul lotto vuoto, scegliamo un posto e ci prepariamo ad imbastire lo spettacolo...mi sono procurato tutto il materiale necessario, ho memorizzato i passaggi e si tratta soltanto di ripetere pedissequamente la procedura di mio padre...accendo la miccia, le mani tremanti, butto dentro il secchio, mi copro le orecchie e mi faccio da parte e *KA-BOOOOOOOOMMMMMMMMM* (ricordate, non provate questa bravata...molto, molto pericolosa)

Quando mio padre aveva fatto questo gioco era pieno giorno ed erano i tempi in cui in America i fuochi d'artificio erano legali, quindi nessun vicino battè ciglio o disse una parola a riguardo...ma due bambini di sei e quattro anni, che accendono un piccolo candelotto di dinamite da soli alle otto di una domenica mattina?...causò un rumore incredibilmente forte e sommesso allo stesso tempo...la lattina viene sparata verso l'alto, presa dal vento, capovolta e ricade con un sordo tonfo...rapidamente afferro la lattina, accendo un'altra bomba e di nuovo in alto...proprio mentre sto per far esplodere un terzo razzo vedo mio padre correre verso di me ad un passo che non sono abituato a vedere...capisco istantaneamente che siamo nei guai...ma il mio primo pensiero è che dipende dal fatto che siamo usciti troppo presto, prima del coprifuoco delle nove...non dice assolutamente nulla scegliendo di riportarci subito a casa afferrandoci per le braccia anziché parlare...mi sorprende vedere che lascia i secchi perché qualcuno potrebbe rubarli...cammina molto velocemente e mi storce il polso in un modo che non mi permette di mantenere bene l'equilibrio...i miei piedi vengono avvolti, trascinati e girati nella sporcizia e poi nella ghiaia dietro casa nostra, e poi su per le scale fino alla porta del patio sul retro...apre, whoosh, mi spintona avanti, whoosh, slam, "COSA DIAVOLO??#%$*@##.." ...tutto scompare e poi di nuovo il suono di rimproveri di indignazione e poi i colpi iniziano a pioverci addosso...siamo fondamentalmente messi all'angolo tra il frigorifero e la porta scorrevole di vetro...non c'è scappatoia, nessun posto dove rifugiarsi, possiamo solo aspettare che tutto finisca...quella non fu la prima volta che nostro padre ci picchiò, ovviamente, ma quel giorno sembrava avere un'intensità maggiore di qualunque altra che avessi mai sperimentato prima...mio padre è molto rapido, ci va pesante e mi picchia più forte di quanto avesse mai fatto...sono sicuro che mi sta per fratturare le ossa...non riesco neanche a sentire la presenza di mio fratello accanto a me, ma so che è lì...nostro padre fa una pausa per un breve attimo, e noi ci alziamo rannicchiandoci contro il frigo, piagnucolando...si slaccia la cintura, non è la prima volta, e questo è il segno che abbiamo fatto qualcosa di veramente grosso...si strappa la cintura dai jeans e, invece di piegarla a metà come di solito fa (picchiandoci con il cuoio), ci percuote severamente usando l'estremo che ha una grossa fibbia metallica...mentre ci frusta la fibbia inizia a tagliuzzarci la pelle, ferendoci selvaggiamente in testa, sulle braccia, le gambe e le mani...continua e continua all'infinito finché non sbaglia e manca entrambi andando a colpire il frigorifero...ha colpito così forte che lo scontro metallo contro metallo lo raggela, lasciando un'ammaccatura sul portello...noto nel suo sguardo che si è reso conto di essere andato troppo oltre, perché ha un aspetto spaventato...esce fuori senza dire una parola lasciandoci andare di sopra a ripulirci dal sangue delle nostre ferite (l'ammaccatura rimane lì come testimonianaza di quel giorno, non fu mai riparata...la vedo ogni volta che vado a prendermi del latte dal frigo)...

Adoro andare in bicicletta e visto che viviamo ai piedi di una collina piuttosto ripida mi diverto spesso a ridiscenderla a tutta velocità fin dalla cima senza freno, fermandomi proprio qualche attimo prima di andare a sbattere contro le auto parcheggiate...alcuni ragazzi più grandi del vicinato hanno iniziato a saltare su delle rampe fatte in casa con la bici e visto che non mi permettono di usare le loro rampe (perché sono ancora troppo piccolo) me ne fabbrico una con del legno trovato nei cassonetti...sfruttando la velocità data dalla pendenza naturale della collina (siamo arrivati a circa metà) io con alcuni dei ragazzi più piccoli iniziamo ad eseguire i nostri piccoli salti...la rampa giace ai piedi della collina, proprio dietro al nostro vialetto, dove la pendenza finisce...dapprima ci esercitiamo con piccoli salti della lunghezza di circa un piede o giù di lì [trenta centimetri, ndt] (segniamo i punti con il gesso)...col passare dei giorni ci facciamo sempre più audaci, imitando i ragazzi più grandi che oramai saltano oltre degli scatoloni...decido di effettuare il mio record mondiale di salto su rampa, cinque scatoloni di carta! Salgo fino a quasi la cima della collina presumendo, correttamente, che avrò bisogno di una velocità maggiore per compiere questo salto temerario...vengo giù dal marciapiede guaendo a gran velocità e non appena tocco la rampa cerco di spingere la ruota anteriore in alto...la forza d'inerzia invece spinge la ruota verso il basso, così il risultato è che vado prima un po' in alto, poi in avanti, e infine dritto in basso, prima la ruota anteriore...la ruota si schianta sotto di me, torcendosi malamente per via della forza del mio peso...visto che sto cadendo molto velocemente in avanti, cado di faccia sulla ghiaia e vengo trascinato per dieci piedi [tre metri, ndt]...mio padre, che è in casa, sente un mio urlo di dolore e ne è così spaventato che corre verso l'esterno proprio mentre io sto correndo all'interno, sanguinante...sono in un totale stato di shock, l'unica cosa che so è che mio padre mi sta togliendo ghiaia dal volto con le sue mani...nessuno mi porta all'ospedale...

I caseggiati oltre lo stradone di fronte sono esattamente identici ai nostri, con un piccolo giardino a lato in cui noi giochiamo...ci intratteniamo nei nostri giochi più dal lato opposto perché lì il sole splende più a lungo e quindi il prato vi cresce più rigoglioso...ciò implica anche che è lì che le api ronzano e si cibano...sono attratto dalle api perché sono molto belle, ma il rischio di essere punto mi terrorizza...questo significa anche che non puoi catturarle quando ti pare e piace...così ci dilettiamo semplicemente imprigionandole in dei barattoli di vetro, affrettandoci a tapparli col coperchio per osservare l'ape catturata lì dentro...non appena realizziamo che queste muoiono senza ossigeno pratichiamo dei fori con dei coltelli così da prolungare le nostre sedute di osservazione...ma dopo un po' diventa noioso, così proviamo a catturarle prendendole per le ali...è una cosa molto difficile da fare, ma se ci riesci puoi strappar loro le ali e guardarle molto da vicino senza il bisogno della protezione del vetro...dopo aver preso padronanza con questo metodo, decido di imparare a catturare le api a mani nude...se ti allinei esattamente lungo il loro corpo così da avere il pungiglione parallelo a te, puoi schiacciare le mani con forza e metterle fuori combattimento...se sei troppo lontano o se l'ape cambia direzione all'ultimo momento, di sicuro verrai punto (e comunque l'ape muore lo stesso)...infine riesco a prenderci la mano e mi vanto con gli amici di poter stordire un'ape quando mi pare senza essere punto...dopo averle colpite, stacco loro le ali...se sono ancora vive le vediamo venire dentro al barattolo che per pietà richiudiamo con un tappo senza fori...

   
Traduzione a cura di absolute - Correzione, adattamento e revisione a cura di BillyCorgan.it.    
Confession #14 Indice
Confessions
Confession #16
   

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