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#14: I due passi del Texas [1992] |
Confessions |
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Dopo aver cercato un punto di saturazione con le nuove idee, il nostro obiettivo primario diventa provare a finire le canzoni che abbiamo per le mani...quando arriviamo a questo stato di completamento, c'è una sorta di divieto temporaneo sul proporre nuove idee, l'intenzione generale è di tirar fuori il meglio del meglio da quello che abbiamo e andare avanti occupandoci di finalizzare arrangiamenti, testi, e di aggiustare ogni singola parte...purtroppo, ho smesso di preoccuparmi di finire i testi per un po' di tempo, scegliendo invece di nascondermi dietro l'obiettivo di arrangiare e ri-arrangiare quello che consisteva già in configurazioni numeriche da far girare la testa, cambi di chiave, pause, e implicite nuances emozionali...scrivere musica è facile per me, ma è una nuova forma di verità che spero di trovare in questi testi con i quali ho molte difficoltà...non voglio oscurare quello che sto sentendo veramente nel cuore (come ho fatto nel nostro primo disco), coprendo molti dei miei veri sentimenti con una vaga e confusa psichedelia...mettere da parte i testi ha anche impatto sulla composizione giorno per giorno, perché stiamo arrangiando su emozioni sottintese che non sono realmente supportate dal testo (nel momento in cui andiamo ad Atlanta, ho solo il 25% dei testi scritti)...visto che sappiamo che continueremo a tagliare arrangiamenti fino all'ora finale di registrazione, questo non è un grande problema di cui preoccuparsi...e la maggior parte delle parti individuali sono buone abbastanza da essere sviluppate poi in studio...ma la mancanza di attenzione per i testi aleggia sull'album come una nuvola oscura...
Ogni canzone rimanente è afflitta continuamente da una lista di problemi irrisolti, e ognuno di noi si regola su come arrivare alla soddisfazione di tutti...una lista su una particolare idea può essere qualcosa del tipo:"l'introduzione fa schifo, la seconda strofa è troppo lunga, la parte che porta all'assolo è debole, l'ultima parte va avanti un po' troppo, e secondo voi dovremmo cambiare chiavi prima della fine?"...non mettiamo ai voti, ma preferiamo parlare o suonare i vari suggerimenti lanciati per aria, e il linguaggio del corpo di ognuno solitamente detta quando un concetto sta funzionando o no...il campo è sempre aperto a tutte le possibilità, e ci immergiamo in ogni problema capendo che tutti i dettagli sono importanti per la forza generale dell'album...decido di non soffermarmi o bloccarmi per troppo tempo su un'idea, perché ci sono così tante canzoni, di conseguenza, matematicamente, troppi problemi...il pensiero basilare è "quello che non viene sbrogliato oggi magari può trovare una soluzione domani"...l'unico aspetto negativo in questo modo di lavorare è che ognuno deve ricordarsi ogni cambiamento giornaliero che avviene, e anche tenere a mente le opzioni dei giorni precedenti, cioè, se la prossima volta che proviamo una nuova parte, diciamo "oops, non funziona", dobbiamo essere in grado di ricordare il vecchio cambio in qualsiasi momento...
Un'ultima idea quasi finita che è rimasta ragionevolmente inalterata per un lungo periodo è una canzone semplicemente intitolata "Today"...non ha questo nome per ragioni esistenziali, ma per pigrizia, perché la prima riga inizia con la parola "oggi", e chiamarla così la rende riconoscibile più facilmente a tutti (la pigrizia ha dettato inoltre che il titolo non fosse mai cambiato)...suggerisco di provare ad escogitare un'intro interessante, e tutti sono d'accordo che l'inizio debole (con il gruppo che esplode alla fine) è noioso e ovvio...e, come succede sempre dopo un concetto intellettuale di tale importanza, il silenzio musicale segue, gli sguardi sono fissi sulle scarpe, e tutto quello che ottengo in risposta al mio suggerimento è il fruscio degli amplificatori...frustrato, guardo giù verso la mia chitarra, e senza esitazione, piazzo la mia mano sull'undicesimo tasto, poi su sulle prime due corde...la prima cosa che sento mi va subito a genio, uno stupido giro da scuola elementare su "la-dee-dah, la-dee dah"...guardo in su, e nessuno dice molto, ma ancora nessuno dice no...senza commenti, lo suono di nuovo, e, al momento opportuno, la band entra a piena potenza...problema risolto in 60 secondi..."Avanti il prossimo!"...
L'ordine di influenza sulle canzoni solitamente cade così: Billy, Jimmy, James, D'arcy...anche se D'arcy contribuisce molto poco nel dipartimento arrangiamenti, è la persona che guardo di più mentre lavoriamo, perché come una bambina, è incapace di nascondere o mascherare qualsiasi dispiacere, e viene mostrato prontamente sul suo viso...l'interesse di James è direttamente proporzionale a quanto una canzone sia "sua", e a seguire, se gli piace o no un particolare pezzo...è completamente in grado di fornire un suggerimento brillante in qualsiasi momento, e subito dopo di girarsi dall'altra parte e sembrare completamente annoiato, come se ci fossero un milione di posti dove preferirebbe stare invece che qui...Jimmy è l'autore della nostra potenza, tanto è grande la sua comprensione inconscia di come portare le canzoni al livello più alto...i suoi suggerimenti tendono ad essere più emozionali che musicali...legge prontamente nella mia mente, io leggo la sua, e il più del nostro lavoro avviene occhi a occhi, anima ad anima e va avanti per la maggior parte non visto dagli altri due...il mio ruolo è di leader e cheerleader, visto che il più delle canzoni sono mie...abbiamo una regola generale, che è:"tua la canzone, tuo il veto"...ciò significa che chiunque sia lo scrittore di una particolare canzone ha l'ultima parola su ogni decisione, incluso il veto su quello che gli altri membri potrebbero suonare...se una canzone è scritta a due mani, tutte e due le persone dividono questo voto/veto...canzoni come "soma" e "mayonaise" sono vere collaborazioni musicali, perché sono passato attraverso i problemi, assicurandomi che l'altro scrittore (in questo caso James) fosse completamente d'accordo con tutti gli aspetti della canzone, e con la sua esecuzione...
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14 |
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Durante il tour dell'album "Gish" nel 1991, abbiamo suonato in un posto a Houston che si chiamava Emo's...dato che solitamente in Texas di notte faceva caldo, avevano fuori una sorta di patio per bere...dopo il nostro concerto, ho spiato questa ragazza dall'aspetto incredibile che aveva lunghi capelli tinti di rosso e una squisita faccia da bambola...era con un tipo, che all'epoca mi aveva detto essere solo un suo "amico" (più tardi ho scoperto che era il suo ragazzo)...ho provato a farla stare con me quella notte, ma si è rifiutata, questo è quanto, e ci siamo detti arrivederci...mesi dopo, mi ha scritto una lettera tramite il nostro fan club, dopodiché abbiamo iniziato a parlare al telefono occasionalmente...siccome stavo fluttuando nello spazio emozionalmente, e cercavo definitivamente di reagire ai miei problemi di cuore per aver perso la mia fidanzata di sempre, mi venne l'idea che avrei potuto farle visita qualche volta...voleva sapere quando avrei potuto volare laggiù per vederla...le ho detto che era difficile, siccome stavamo ancora provando, e appena avremmo finito, avevamo in programma di volare ad Atlanta per iniziare a registrare il disco...comunque, la data d'inizio era ancora un paio di settimane in là, e siccome il gruppo era abbastanza stanco, ho razionalizzato che un piccolo viaggio mi avrebbe fatto molto bene...ho chiesto al gruppo se potevamo lavorare solo una settimana ancora (invece di due), poi ognuno avrebbe avuto una settimana di riposo...tutto ciò è stato accolto con grande piacere perché erano tutti cotti dalle intense sessioni (per non parlare dello stress per i problemi di droga/sparizione di Jimmy)...sembrava una buona idea anche stare lontano dagli occhi degli altri per un po', anche se per un breve momento...
Mi viene a prendere all'aeroporto dopo un volo notturno, ed è sbalorditiva come me la ricordavo...scherziamo lungo la strada verso un piccolo ristorante Messicano, dove abbiamo proceduto a riempirci la bocca e ubriacarci di margaritas...mi porta a casa e dritto nel suo letto, e sembra tutto così caldo, semplice e divertente...la mattina dopo, mi accorgo che prende alcune pillole...le chiedo cosa sono, e mi dice che sono nuove pillole sul mercato, "Prozac"...ho sentito parlare del Prozac, ma solo nel contesto in cui non le prendi per farti...ma come sorta di anti-depressivo, e le dovresti prendere per due settimane intere prima di non sentire un bel niente (cosa che non suonava molto bene vista la nostra attuale filosofia pro-euforia)...mentre parlavamo, ho notato che sembrava un po' diversa, ma le ho presentato la possibilità di uscire, siccome ci eravamo ubriacati ed eravamo stati su fino a tardi...abbiamo deciso di uscire a prendere del cibo, e la prima cosa che fa è mettere ad alto volume della musica metal che fa schifo, il che mi irrita visto che sono circa le 9am, e voglio solo parlarle...quando cerco di coinvolgerla, mi considera come ostile, una persona totalmente differente rispetto a quella con la quale ero stato solo poche ore prima, o per quel che conta, quella che avevo conosciuto al telefono quando la stavo ancora chiamando da Chicago...cerca di litigare, così penso "non importa" e tengo la bocca chiusa...con il passare dei giorni, si allontana sempre di più da me quando andiamo a dormire, e mi parla sempre meno durante il giorno, così al quarto giorno mi sento abbastanza strano...quello che rende le cose difficili è che non ho nessun posto dove andare, perché il gruppo non arriverà ad Atlanta per altri 3-4 giorni...decido che l'opzione migliore è solo di provare a perseverare, e che magari potrei parlarle e appianare quello che la disturba...metto il mio cuore a nudo, spiegandole che lei mi piace, non capisco cosa ci sia di sbagliato, e se vuole che me ne vada, deve solo dirlo e me ne andrò...diventa molto tranquilla, e si scusa, dicendomi che è stata stressata, non è colpa mia, e si farà perdonare quella notte portandomi a cena...l'intero effetto di questo mi placa e penso che siamo a posto...usciamo e passiamo una serata carina, seppure non del tutto tranquilla...niente di fisico sta succedendo fra di noi, ma va bene perché a questo punto sono più interessato alla pace che ad ottenere un pezzo di lei...il giorno dopo però, qualcuno deve aver premuto di nuovo il tasto Sibilla, perché il mostro è tornato...non riesco a credere che stia succedendo, e quando se ne va per andare a lavorare, vado in cerca della sua compagna di stanza, che è una persona dolce...spiego che cosa sta succedendo, e le chiedo cosa pensa che dovrei fare...si scusa per la sua amica, ma per me è ovvio che pensi che lei sia una psicotica...leggendo le foglie di tè, pago l'amica 20 dollari per accompagnarmi all'aeroporto, e prendo il primo volo per Atlanta...tempo dopo sento ancora questa ragazza via lettera, mi chiede di chiamarla...soffrendo, declino, non capendo completamente che cosa stesse succedendo laggiù in Texas...quando arrivo ad Atlanta affaticato, solo, e stressato, realizzo che mi manca davvero il comfort della mia band...
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Traduzione a cura di irs -
Correzione, adattamento e revisione a cura di BillyCorgan.it. |
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