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#05: Scendendo dalla montagna [1997] Confessions
L a vita nel palazzo, o 'La Casa' nome con cui viene comunemente chiamata, è abbastanza semplice e calma...passo la maggior parte delle mattine scrivendo, di solito svegliandomi almeno un'ora prima della mia ragazza, picchiettando alla macchina da scrivere o strimpellando dolcemente nel letto con una vecchia acustica del 1950...se ho un'idea decente, afferro soltanto il mio mangianastri portatile, premo 'record', e lo lascio scorrere...siccome siamo in alto tra le colline di Hollywood, di solito arriva un venticello fresco all'odore di pino...è tutto molto calmo, uno scenario perfetto per lavorare e creare...le stanze sono decorate in stile Spagnolo-L.A., che consiste in un faux-mix di un'imitazione malriuscita dell'"español" del Vecchio Mondo mischiato al bisogno di mostrare che chiunque possieda quell'edificio ha un sacco di soldi...così dormiamo su un letto rustico, in una camera grossolana che si trova al secondo piano che si affaccia su una terrazza con piscina più in basso (D'arcy è su nella torre, Bjorn nella stanza accanto, Gooch al primo piano)...cadiamo subito in un ritmo con me che scrivo di mattina, e poi la mia ragazza che forse si alza e va a farsi una nuotata per esercitarsi (con me che la guardo e ci parlo dalla piscina)...
Solitamente sono in studio per le 11 o le 12, lavoro un giorno intero fino a rendermi conto che sono le 11 o le 12 di sera, e poi di sera facciamo un giro nei pressi o la passiamo nella jacuzzi, con tutte le luci scintillanti di Los Angeles che si aprono davanti a noi come tanti gioielli (bellissima, vibrante visione)...spesso, ci spareremo qualche ansiolitico per rilassarci, qualche pillola confusa alla quale eravamo stati "iniziati" dai ragazzi Manson, quelle che tutti comunemente chiamavamo 'pillole blu'...oppure, in serate speciali, prendiamo qualche fungo e stiamo ammollo in piscina finché il sole non è lì lì per tornare su...tutto questo è, generalmente parlando, abbastanza divertente e a prima vista non così dannoso...siamo dove dovremmo essere, facendo quello che dovremmo star facendo...perché se sei in una delle più grandi rock band al mondo, fai un giro in piscina, prendi droghe, e butti fuori la merda con altre rock star nella Sodoma e Gomorra d'America...in genere sono altre le star che passano: Johnny Depp, Anthony Kiedis, Dave Navarro, Kate Moss, Helena Christensen, per dirne qualcuno, tutti a vivere le loro illusioni...è una tipica situazione che chiunque può trovare una sera qualsiasi della settimana in queste colline...per cui non è speciale, né io mi sento speciale facendolo...l'omissione più degna di nota della festa è che James non venne quasi mai...(per 'mai', intendo che è venuto alla casa solo una o due volte nei sei mesi da che siamo qui)...

Le sessioni procedono generalmente a passo lento e tecnico (lavoriamo sei giorni a settimana, alla fine sette)...la maggior parte del mio tempo la passo calcolando come far uscire nuovi suoni da un equipaggiamento vecchio...di proposito non ho portato niente della mia solita attrezzatura, negandomi l'accesso al mio più fidato equipaggiamento e quindi forzandomi a dover lavorare in un territorio non familiare...gli amplificatori sono vecchi, amplificatori valvolari vintage, non progettati per muri di suono massicci...non c'è quasi nessun pedale per chitarra di cui parlare, sicuramente nessuno che renda distorta la chitarra...mi sono rifugiato in un angolo con la speranza che mi sarei preoccupato abbastanza da combattere questa mia ritirata...la camera di controllo in cui lavoriamo è molto stretta, per cui è difficile per chiunque a parte i tre responsabili principali (me, Bjorn, Howard) girarci comodamente...come spesso accade durante le registrazioni, se non sono richiesti, James e D'arcy tendono a starsene nel salottino, dove possono guardare la T.V...l'unico problema è che il salottino è davvero piccolo e stretto, e questo rende scomodo persino starsene lì...dico a D'arcy che vorrei davvero che lei venisse e trascorresse i giorni lavorando con me, visto che nel peggiore dei casi può aiutare a plasmare la direzione che l'album sta prendendo (un'offerta che non avevo mai fatto prima)...le dico che ho bisogno dei suoi consigli (lei ha sempre un buon fiuto per ciò che è 'buono'), e anche se lo spazio è ristretto, apprezzerei davvero il suo appoggio...lei si arrabbia e mi tratta con disprezzo, "perché dovrei voler stare seduta qui con te tutto il giorno? È così fottutamente noioso!!"...

James per la maggior parte del tempo sta seduto fuori in cortile e parla al cellulare...è un periodo difficile per tutti...sono abituati a me che lavoro da solo, e ogni tentativo che faccio ora per coinvolgerli o non va proprio bene, o è accolto con disinteresse emotivo...le cose sembrano andare in porto solo se suoniamo tutti nello stesso tempo, ma non funziona sempre per tutte le canzoni, né il suonare (da parte loro) è di livello così elevato da giustificare questo tipo di registrazione per tutto il disco...diventa un 'caso per caso', canzone dopo base della canzone, dove ogni pezzo deve agganciare la sua strada a una direzione, e poi, in base a ciò che io stabilisco essere il meglio per un certo sound, prende una certa linea che porta le varie dinamiche anomale della band a suonare...per esempio, se in una canzone non c'è bisogno di loro in modo fondamentale, sembrano fregarsene di come la canzone viene fuori...se gli chiedo di suonare su una certa idea perché sento che il loro contributo è importante (per es. "perché non provi un po' di basso/chitarra su questa?") la nostra comunicazione è talmente povera ora che se non andrà bene abbastanza velocemente, non so proprio come poter 'lavorare' con loro, né loro si sentiranno abbastanza a loro agio da dare il meglio di sé, con molto più impegno...certe volte le cose ingranano, come le idee di D'arcy sul basso a 6 corde nella canzone "waiting", ma sono più spesso le volte in cui loro offrono poco e meno man mano che i giorni scorrono… La situazione è semplicemente troppo danneggiata, e sembra essenzialmente irreparabile...essendomi completamente convinto ad usare una drum machine e/o dei samples invece di un batterista "vivo", ho scoperto subito che questo modo di lavorare non è così facile ed eccitante come mi ero immaginato...per cui la batteria diventa una fonte di frustrazione e preoccupazione, e iniziamo a pensare che alcune canzoni (sebbene non tutte) beneficerebbero dell'uso di un vero batterista...

Abbiamo chiesto una mano a Joey, dal gruppo di Beck, come rimpiazzo...il suo stile fondamentalmente ricorda il modo di suonare di Jimmy, per cui si adatta facilmente...il lavoro con lui va avanti abbastanza in fretta...perlopiù, gli faccio suonare pezzi che sono già stati in qualche modo registrati, e la sua sincronia è talmente eccellente da diventare un compito facile, che risparmia un sacco di tempo e sforzi...(un mese dopo, gli chiedo se gli fosse piaciuto fare il tour con noi - lui ha immediatamente detto di sì, e una settimana dopo si è tirato indietro senza spiegazioni)...l'altro batterista con cui lavoriamo è Matt, dagli, attualmente sciolti, Soundgarden...Matt è uno dei pochi batteristi che ho sentito che potrebbe competere con Jimmy nel reparto ritmica, e gli chiediamo venire a registrare dal vivo con noi...sebbene il suo stile sia diverso da quello di Jimmy, lui, come Jimmy, porta le canzoni a un nuovo livello di dinamicità...il clou del nostro lavoro con lui è la canzone che ho scritto per mia madre, "for Martha", un'opera da 7 minuti circa con molte parti, interruzioni e riprese, e persino cambi di tempo...suono il piano live in una stanza iso [isolata acusticamente, ndt], mentre James e D'arcy in genere sono fuori con lui nell'atrio principale...facciamo molte, molte registrazioni per rendere bene il pezzo nell'insieme (così che l'originale potesse essere un unico intero pezzo), e risulta poi bello come tutti suonino con tanta passione e anima (davvero un apice dell'album)...

  05
   

Dopo così tanti mesi di pressione, il contrasto di questi incredibili momenti di grazia contrapposti alla ricerca mondana dei minimi dettagli inizia a mandarmi fuori di testa...l'album e il suo concept, si stanno sparpagliando senza controllo...ci sono una cosa come 30 brani mezzi finiti, e non riesco proprio a capire cosa sto cercando...non è acustico, e non è elettronico, è più un sentimento di perdita, tristezza, con in mezzo degli spiragli di speranza...con la band, senza la band, col batterista senza batterista...ci sono fisicamente, ma non con lo spirito...lavoro, parlo, ma mi sento isolato da tutto...oltre che l'autore è una cosa strana essere anche il performer...mi piace immensamente scrivere, ma sono molto deluso dalla mia stessa figura di "artista”".. E in sottofondo si profilano minacciosamente tutte quelle cose che mi hanno portato qui, ancora irrisolte...non mi sono neanche preso un periodo di lutto per mia mamma...è tutto così doloroso che non riesco proprio a sostenere l'intera situazione, perciò la divido in pezzi sempre più piccoli, più facili da digerire giorno per giorno...ma non c'è più un punto fisso sul mio orizzonte verso il quale sto marciando...ho raggiunto il più grande dei successi ed assaggiato la stupidità della mia onorevole arroganza...i vecchi sogni sono morti, e ora la mia vita è diventata più che altro una prova di sopravvivenza, ed in un certo senso, finché continuo a lavorare sono ok...c'è una parte in me che non vuole che finisca, perché ho paura di quello che mi sta aspettando dall'altra parte...

Per tirarmi un po' su mi reco da un rivenditore Ferrari e pago in contanti una nuova 355 fiammante, la prima macchina non usata della mia vita...per concludere la follia mi compro due paia di pantaloni di pelle sotto l'insistenza della mia ragazza europea...se ti fosse capitato di affiancarmi al semaforo avresti trovato un pesci sovrappeso, pelato, depresso, che indossava pelle dalla testa ai piedi (non dimenticarti degli occhiali da 300 dollari), con un disegno di un barboncino grigio argento nel sedile del passeggero...avrei ascoltato le b-side di Prince, evitando gli sguardi, ma sentendo che l'intero mondo mi stava fissando, sulla mia astronave argentata...certamente mi rendo conto che il tutto è veramente assurdo, ma questo non mi ferma...di fatto mi rassicura, di essere conscio del fatto che sto vivendo in un cartone animato, che sono in una band immaginaria, e che mi sto facendo un giro...

Circa a metà delle registrazioni ci vengono a visitare i nostri manager, per una piccola "ispezione", per sapere cosa stava succedendo, e sentire come suonava il disco fino a quel momento...(li puoi vedere anche tu nel film dei Metallica "Some Kind of Monster")...gli faccio sentire tutto, o quasi, quello che ho, ed erano lì seduti in un silenzio intontiti, canzone dopo canzone...alla fine sembrano molto impegnati a trovare qualcosa di positivo da dire...certamente non era quello che si erano aspettati, forse credendo che dovesse essere più che altro un disco acustico, ma decisamente conclusero che forse ero un pochino fuori strada...mi lasciano con un po' di speranza, incoraggiamento, e suggerimenti sull'ipotesi di chiamare un produttore...li accolgo, dato che sembrava che neanche io stessi capendo cosa stavo cercando di ottenere...

Seguendo un loro consiglio finiamo col registrare una canzone con il famoso Rick Rubin (che un po' conosco di persona)...il pezzo è (l'ancora inedita) "Let Me Give the World to You" (con Joey alla batteria)...dopo un po' di partenze a vuoto finiamo col registrarla live, senza il cantato...dopo diverse incarnazioni suggerisco di semplificare il beat con un bel lavoro sui tom "four-on-the-floor"...inizialmente a Rick dà un po' fastidio, non è d'accordo sulla direzione in cui stiamo andando, e si va a stendere sul divano (non posso dargli torto)...dopo 5 minuti balza su e dice "eccolo, eccolo, facciamolo!", e incominciamo con a registrare (l'entusiasmo di Rick è contagioso)...dopo 68 take finalmente sono soddisfatto...io D'arcy e James siamo abbastanza abituati a lavorare così intensamente, ma Joey sembra davvero come colpito da psicosi traumatica...successivamente (in un'intervista) ha poi detto che lavorare con noi (parafrasando) è stata una delle esperienze più intense della sua carriera musicale, ma poi ha aggiunto che non lo avrebbe mai immaginato prima, alla fine capii che ne era davvero valsa la pena ...

Finalmente sembra che l'album abbia trovato un terreno stabile, con il suo strano approccio "mescola-e-abbina", ed inizia ad avere un'anima...ora sento di avere in mano la direzione verso la quale voglio andare...mi accordo con Flood (il produttore di Mellon Collie) per farlo venire, alla fine, ad aiutarmi a mettere tutto assieme, e a mixare il disco...sapere che avrei avuto la sua guida ed il suo supporto, quasi terminati i lavori, mi dà molta sicurezza nel continuare a lavorare, e sento che qualsiasi cosa succeda da questo punto in poi ci sarà qualcuno pronto a guidarmi fuori dall'oscurità...l'altra faccia della medaglia è che ora ho una scadenza da rispettare, perciò ora sono costretto a fare scelte importanti su dove concentrare le mie energie...questo significa anche che devo iniziare a fare il cantato (non ne è stato fatto praticamente quasi nessuno), e concludere in modo definitivo i testi...

È proprio in questo momento, in cui tutto sembra tranquillo, che tutto inizia ad andare a puttane...


   
Traduzione a cura di °Iri e nikoz - Correzione, adattamento e revisione a cura di BillyCorgan.it.    
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