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#11: Sulla Broadway [1992] Confessions
M e ne vado a zonzo per la strada...non una vecchia strada qualunque, questa è Broadway...sto camminando...no, non la famosa Broadway delle coriste slanciate e dei garbati libretti d'opera, mh, in realtà questa è la mia Broadway, Chicago style, strada di mutevoli malcontenti, travestiti, mercanti del porno, venditori di tacos "autentici", o volumi di femminismo progressista, e un sacco di uomini in cortissimi shorts veramente aderenti...passeggio in modo abbastanza anonimo per questo stradone trafficato verso la sala prove che dividiamo con i Catherine, un buco melmoso, fradicio di lsd, inzuppato di birra, dove ci scambiamo a vicenda donne e affinità rock and roll...il nostro palace de rock si trova, o dovrei dire è arroccato, appena dentro un parcheggio cui accedi dalla strada...cammino attraverso le saracinesche, dalle quali le macchine sgommano dentro e fuori, viro lievemente sulla sinistra, attraverso una porta tagliafuoco di acciaio (solitamente spalancata), apro il lucchetto di un cancello di ferro arrugginito che porta ad un altro lucchetto attaccato ad una porta di acciaio...una volta dentro, mi devo confrontare con una merdosa scatola di cemento buia, umidiccia, che non sembra essere mai stata pulita e puzza di olio e cibo andato a male...e oh, a proposito, ci vivo anche qui...il nostro anno del Signore è il 1992...

Dovremmo provare oggi, sempre se Jimmy si fa vivo...'sparisce' regolarmente, e non abbiamo mai modo di trovarlo...i numeri sono sbagliati, le ragazze con cui dorme non ci dormono più, nessuno l'ha visto eppure è dappertutto...James e D'arcy arrivano assieme, perché sebbene non siano più una coppia James impersona ancora il ruolo del fidanzato, nell'accompagnarla e prendersi cura di lei ogni volta che ne ha bisogno (cosa frequentissima)...noi 3 'per bene' non abbiamo quasi mai saltato delle prove, perciò è con assorta amarezza che fissiamo l'orologio dubitando dell'arrivo del nostro uomo, che ho amichevolmente (ed accuratamente, aggiungerei) chiamato 'Brutal Jim' (Jekyl e Hyde = Jimmy e Brutal Jim)...abbiamo una regola fissa tra di noi, che abbiamo scoperto essere vera il 97% delle volte:"se è in ritardo non viene"...perché Jimmy è sempre puntuale, e Brutal Jim è sempre in ritardo (arrivati a 15 prove saltate in 6 settimane smetto di tenere il conto)...abbiamo iniziato, masochisticamente, ad accettare le sue scuse tipo 'il cane mi ha mangiato i compiti', ed il fatto che lui pensi che ci crediamo è davvero ridicolo...abbiamo lavorato in modo febbrile per essere abbastanza preparati da andare ad Atlanta nel giro di un mese per fare un altro disco con il produttore Wisconsiniano Butch Vig, che non così stranamente aveva lavorato anche al nostro primo disco 'Gish'...il periodo è stato già deciso, perché ironicamente Butch è all'improvviso uno dei più richiesti dopo aver prodotto l'ultimo disco dei Nirvana, il fenomeno mondiale numero uno che ha vigorosamente cambiato quello che significa per noi suonare musica incazzata, stupida e indolenzita...

Se Jimmy non si fa vedere di solito passano 15 minuti prima che James attivi il suo linguaggio del corpo iniziando a guardare l'orologio...è come se mi dicesse, "Se davvero vuoi, rimango, ma avrei un sacco di roba da fare"...le sue assenze sono frustranti per tutti noi, e sebbene talvolta proviamo a lavorare sulla musica senza Jimmy non è la stessa cosa, perciò se non si fa vivo solitamente ci prendiamo il giorno libero...ma oggi c'è!...attraversa la porta con la sua andatura da toro lanciando sguardi di lato...nessuno lo dice se sta di merda, perché non possiamo proprio permetterci di mandarlo via...va così...il solito sospiro 'grazie a dio che è arrivato' ed entriamo in azione (armare gli amplificatori!) e si parte...di solito lavoriamo per circa 4-6 ore al giorno (dipende se facciamo o meno una pausa pranzo - ogni tanto facciamo sessione doppia e torniamo alla sera)...proviamo quasi sempre di pomeriggio...suoniamo così fottutamente forte che il volume dopo un po' ci trafigge il corpo, perciò poi è bello uscire al sole a prendersi un taco per staccare dalla tensione e rilassarci un attimo...quando proviamo lavoriamo letteralmente non-stop fino a quando proprio non ce la facciamo più...non so se per il nostro suono brutale o per le schifezze da fast-food...

Stiamo lavorando simultaneamente su circa 30 canzoni, la maggior parte delle quali sono molto lunghe ed hanno strani arrangiamenti idiosincratici...le prove ogni tanto suonano come una classe di trigonometria con tutte le teorie matematiche che usiamo, in un linguaggio bizzarro che pochi a parte noi potrebbero capire, (una semplice conversazione suonerebbe tipo:"i quattro sono prevedibili, quindi tagliamo ai tre - accentua gli uno per favore - le pause e gli agganci dovrebbero essere tipo 8 1/2 - e 1, 2a, 3, 1, 2b, 4, e poi quando arriviamo al 5 suona qualunque nota vuoi")...chiamare queste cose "canzoni" è generoso perché molte non hanno neanche una melodia, o delle parole...molte sono semplicemente jam e concetti tirati via...gli diamo questi titoli noiosi da bambini tipo "james' song", o titoli ubiqui tipo "song in d"...spesso assegniamo un titolo nella vana speranza che il solo nome possa darci qualche significato quando non se ne trova nessuno (come chiamare un pezzo 'le ali della luce del sole')...

Quando noi 4 siamo assieme, da soli, a suonare, andiamo veramente d'accordo...la nostra reputazione fuori da questa sala è quella di un folle gruppo di persone difficili, un pensiero su cui indulgiamo visto che mantiene lontani quegl'ignoranti che si danno delle arie...ma persino le persone che ci conoscono individualmente proprio non possono immaginare come siamo collettivamente, è un'entità totalmente diversa, siamo un circolo piuttosto esclusivo...non siamo mai stati una di quelle band da "usciamo a fare un giro", che attraggono gang di ammiratori, siamo noi la gang col nostro senso di giustizia e pura brutalità...viviamo nella nostra bolla e usciamo solo per mantenere le cose come sono...le nostre prove sono (e rimarranno sempre) come meeting di una società segreta a porte chiuse, a cui pochissimi sono ammessi e possono essere testimoni delle nostre magie...perché qui si dimentica tutto, perché stiamo imparando come mescolare disastri e costruire uragani...non litighiamo mai per la musica...magari litighiamo sui nostri atteggiamenti, o su patti non rispettati, ma mai mai sulla direzione musicale della band...in quel senso noi siamo senza paura, e c'è una fiducia totale...il vero motivo di questa armonia è che il suono che produciamo è un'accurata e completa rappresentazione del mix delle "4" personalità che sono nella stanza: distanza, riservatezza, ambizione, cupezza, oscurità, lucidità, sogno, stranezza, noia, tristezza, ed infine disperazione...
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Passiamo la maggior parte del nostro tempo a bilanciare le diverse parti contenute in ogni canzone...di solito iniziamo a suonare i pezzi sempre dall'inizio, per portare ogni sezione al suo massimo impatto, in modo che quando arriva il momento critico siamo in completo unisono verso la dinamica che segue...per esempio: poniamo che ai 2 minuti di una canzone c'è una transizione, da una parte molto forte ad una molto tranquilla...assegniamo un valore numerico alle due parti: la rumorosa, ad esempio, è 8 su 10 (dove 10 corrisponde alla massima potenza sonora), e la parte tranquilla è 3 (appena più forte di un sussurro e più piano di una band che suona in tutta tranquillità)...quando arriviamo, il momento critico è decidere se (la transizione da una parte 8 a una parte 3) debba avvenire in modo levigato che non evidenzi giunzioni...usando il nostro gergo, non può suonare "scontato" o "forzato"...partiamo dall'inizio della canzone, suonando tutte le precedenti parti in base alle intensità dinamiche precedentemente decise...se ci perdiamo ancora prima di arrivare al punto che stavamo sistemando ci fermiamo e ricominciamo daccapo...è necessario, perché non puoi avere un treno dove ogni carrozza che segue la motrice si muove ad una velocità diversa...devono muoversi tutte assieme, accelerando e rallentando tutte in in maniera relativamente uguale...questo è fondamentale per il modo in cui lavoriamo e scriviamo, la pura nozione che tutto ciò che si muove deve essere in armonia con tutto ciò che è venuto prima...perciò, per esempio, se nella parte forte arriviamo a suonare con una intensità 9 (che è, tra virgolette, sbagliato), il seguente valore relativo deve essere un 4 (+1, come è il 9 con l'8), e non 3...questo ci mantiene sulla stessa lunghezza d'onda tutte le volte, malgrado tutto quello che può succedere...per provare la corretta transizione nel cambio sezione/sezione dobbiamo "arrivare" al momento suonando ad un livello 8, per abituarci al più tranquillo 3...questo metodo ci aiuta moltissimo per i concerti, dove per forza ognuno è assalito dalla adrenalina del pubblico...se stiamo suonando la parte forte a 9 calcoliamo tutti assieme il valore riflesso della parte seguente, che è 4...questo ci sostiene anche se siamo scarichi, e non è serata...se arriviamo al punto di transizione a livello 7 la sezione seguente diventa (pronta classe?) un 2...perciò siamo capaci di aggiustarci al volo, in ogni circostanza, in modo che suoniamo sempre come se sapessimo quello che stiamo facendo, anche nel bel mezzo del nostro più totale e completo caos...

Il processo richiede un sacco di pazienza da parte di tutti...come se non bastasse le canzoni vengono continuamente riscritte, tagliuzzate, spezzettate e mutano in continuazione, fino a 4 volte al giorno...molti cambiamenti li facciamo solo a voce, senza di fatto suonarli...questo significa dire, ad esempio "ok, quando arriviamo al secondo ritornello tagliamolo a metà ma lasciamo la fine in modo che Jimmy possa preparare la parte successiva suonandoci una rullata"...di nuovo, cominciando dall'inizio, tutti devono sapere come suonare una specifica sezione in modo preciso, anche se, tecnicamente parlando, nessuno di noi ha mai suonato in questo modo prima (lo facciamo anche prima di andare sul palco, aspettando di ottenere dei risultati sotto lo sforzo di un concerto live)...ci risparmia tempo, ma crea anche un sacco di confusione se qualcuno (solitamente D'arcy) pensa che stai parlando di un'altra sezione...perciò quando arriva alla parte che crede fosse quella di cui stavi parlando si crea un effetto incidente stradale a catena...quindi bisogna di nuovo rispegare, aggiustare le cose per togliere l'errore, e rifare tutto...lo facciamo giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, in modo che ti abitui così tanto alla lingua ed al modo malato di pensare in questo modo che diventa tutto naturale...e puoi "avvertire" quando qualcosa non va, e sai come mettere a posto le cose...

Registriamo i nostri demo su un otto tracce a cassette...la batteria di Jimmy richiede 4 canali: grancassa, rullante e 2 panoramici...un canale per il suo basso, uno per la chitarra di James, uno per la mia, e l'ultimo per la voce...non canto mai 'live' sui demo, optando invece per aggiungere la voce in un secondo tempo...l'idea generale è che questo mi forzi a scrivere il testo e che mi porti a cantarlo per terminare le canzoni...ma quando suoniamo io canto cose tipo 'blah-blah' giusto per metterci qualcosa...quando la band se ne va le mie orecchie echeggiano per ore, e la stanza si raffredda, rendendo la mia permanenza minacciosissima...la notte, per essere più sicuro, metto il lucchetto alla porta di ferro dall'interno, di fatto rinchiudendomi dentro, cosa che mi terrorizza perché in caso di incendio sono morto...una volta chiusa la porta metto anche il chiavistello...uso una piccola stufetta ma non fa più di tanto a meno che non ci stai proprio vicino...non si riesce a ricevere niente da qui, per cui ho un videoregistratore, qualcosa con cui ammazzare il tempo...dormo su un divano di pelle che qualcuno ha lasciato qui, vestito, così non ho troppo freddo...se devo andare in bagno, nel cuore della notte, devo alzarmi, far scorrere il chiavistello, togliere il lucchetto, poi richiudere la porta, in modo che nessuno possa entrare mentre piscio (il bagno è fuori), poi torno indietro e rifaccio tutto il procedimento, richiudendomi dentro (qualche volta nel cuore della notte degli sconosciuti mi bussano alla porta ma non rispondo mai)...

Appena prima di andare a letto, spesso osservando al buio le lucine LED zampillanti, mi riascolto i nastri registrati durante il giorno, di solito una sola volta...il mio cervello elaborerà gli arrangiamenti mentre dormo, anche senza pensarci consciamente...è uno strano talento, perché quando la band il giorno dopo arriva per lavorare io so già cosa deve essere tagliato e spostato, senza averci pensato una sola volta! E vivo così per mesi, in questo ciclo dove aspetti, suoni, aspetti di nuovo...è un'esistenza molto sola, distaccata...niente telefono, pochi visitatori, zero luce del sole (nessuna finestra)...è davvero come essere in una grotta dalla quale non uscirei per nessun motivo...e quello che rende il tutto ancora più strano è che ho un milione di dollari che stanno marcendo, inutilizzati, sul mio conto...

   
Traduzione a cura di nikoz - Correzione, adattamento e revisione a cura di BillyCorgan.it.    
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