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#10: Di punto in bianco, nell'oscurità [1971] Confessions
M io padre ricompare di punto in bianco un pomeriggio e senza spiegazioni mi porta a vivere a casa sua...non avevo avuto alcuna notizia di dove fosse stato, cosa avesse fatto o che si fosse risposato, così fu proprio un bel colpo per me...dopo aver vissuto quasi in paradiso con la mia bisnonna e mio nonno, lui arriva e mi strappa da loro senza tanti complimenti dandomi appena il tempo di fare i bagagli e salutarli come si deve...durante il viaggio in macchina mi fa un discorso del tipo "da adesso le cose andranno così" (perché si sente a disagio per i problemi che potrebbe avermi procurato e reputa che il solo fatto di averlo detto lo renda colpevole)...non disse mai perché era scomparso, perché non si fosse fatto sentire per tutto quel tempo o cosa fosse successo a mia madre...fu come se qualcuno si presentasse a casa tua e cambiasse il corso della tua esistenza, ma tu fossi costretto a recitare la stessa parte dell'altra vita, come se si trattasse della stessa realtà in cui avevi vissuto fino ad allora...non ho più rivisto la mia bisnonna o mio nonno dopo allora...non so quando lei morì perché nessuno me lo ha mai detto...venni a sapere della morte di mio nonno quando avevo otto anni solo quando mia nonna, sua moglie, mi mostrò il necrologio...non disse nulla, mi ci volle un po' per realizzare che si trattava di lui poiché ero menzionato come il suo "amorevole nipote"...quando le chiesi quando fosse il funerale mi rispose che era già stato sepolto...provvide lei stessa alle spese per la veglia e il funerale e rimase a vegliarlo in silenzio per due giorni come ultimo atto dovuto per il matrimonio...disse anche che fu noioso, perché non si presentò nessuno...

È ancora giorno quando ci fermiamo al campo per roulotte e tutta la neve per terra conferisce ad ogni camper il dolce aspetto di caratteristiche abitazioni campagnole...nell'entrare noto all'istante che tutto sembra molto più freddo...incontro la seconda moglie di mio padre, la mia matrigna, per la prima volta...è piccola, alta solo un metro e mezzo proprio come mia madre, ma ancora più piccina...tuttavia laddove i tratti di mia madre sono morbidi e scuri, in lei sono spigolosi e simmetrici...parla con un tono smorzato e troppo affettato che superficialmente qualcuno con poco orecchio potrebbe erroneamente considerare gentile, ma ben nascosto sotto la superficie si sente più basso il tono del caos controllato...il suo benvenuto non è né sentito né gradito, e sento subito che non è felice che io sia qui...vengo presentato di nuovo a mio fratello che è diventato un angioletto riccioluto e biondo di tre anni...l'ultima volta che l'ho visto era ancora sul seggiolone, ma adesso si muove con la sicurezza di un figlio unico, visto che si trova nel suo spazio...mi viene mostrata la disposizione delle varie cose e vengo indirizzato verso il posto in cui dovrebbe essere il mio letto che scopro essere uno spazio ricavato dal vano guida...e così, la vita va avanti...

A causa della mia scarsa dieta quotidiana fatta di rimasugli (di quando stavo dalla mia bisnonna), sono completamente emaciato...così tanto che quando mio padre mi vede a torso nudo rimane attonito nel vedere le mie costole in rilievo e il mio addome scheletrico...più tardi, lo stesso giorno, mentre passo vicino mio fratello, lui mi attacca saltando da una sedia e prende fra i denti un bel pezzo di carne dalle spalle...per questo non viene né rimproverato né punito...io protesto a morte, ma anziché essere consolato mi si chiede cosa avessi fatto per provocarlo...visto che ero abituato ad un tipo di cucina diverso: cereali, hamburger, patatine fritte e ravioli, non mi piace la roba che mangiano loro e chiedo giustamente di poter mangiare altro...mi dicono che non è possibile...dico che non voglio mangiare le loro pietanze perché non ci sono abituato, ma mio padre mi dice che non ho scelta, o mangio quello o muoio di fame...e aggiunge che non gli interessa se non mangio perché, anzi, in tal caso ci sarà più cibo per loro...così me ne rimango lì immobile e li guardo continuare come se io non ci fossi...resisto per tre giorni finché non sono così debole da rinunciare, abbuffandomi di pane di mais stantio fino a star male...

Mio padre va quasi ogni sera a esibirsi nei concerti, lasciandomi in silenzio con questi due ostili estranei...la mia matrigna è una persona completamente diversa quando mio padre non c'è, parla con un tono freddo e si mostra indisposta a qualsiasi richiesta io avanzi...il messaggio è chiaramente 'non ti vogliamo qui, ma non abbiamo scelta'...mio fratello mi vede come un concorrente per l'amore di nostro padre, visto che è cresciuto come figlio unico...(e purtroppo si stabilisce una sterile competizione che durerà per più di vent'anni)...mentre non si preoccupa del mio rapporto con la mia matrigna, perché è il suo figlio unico ora, e per lui lei è sua madre...la chiama mamma, un appellativo che mi suona strano...mio padre mi informa che devo chiamarla mamma anche io, anche se il pensiero mi ripulsa...se cerco di ritirarmi nel mio giaciglio per trovare conforto, la mia matrigna mi dice che non posso stare lì se non per dormire...sonnellini non sono concessi, per cui mi siedo scomodamente nella cabina viaggiatori che viene usata anche come un tavolo da colazione ad hoc, e provo a tenermi occupato...non ci sono né libri né giocattoli miei, quindi esco fuori e gioco con la neve, per lo più...
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Dopo alcuni mesi nel campo per roulotte, ci trasferiamo a Cicero, Illinois, che è proprio a sud di Chicago, visto che la scuola sta per iniziare e abbiamo bisogno di una residenza fissa...(con l'attrattiva che la madre di mio padre vive vicino a noi)...viviamo nel seminterrato di una casa di un piano solo...mi piace più del camper perchè viviamo vicino ad uno snodo ferroviario che è sempre pieno di treni industriali in fase di rallentamento (passo molto tempo cercando di farmi salutare dai conducenti, o anche meglio, far loro suonare il caratteristico fischio)...è proprio qui sul marciapiede della casa che imparo ad andare in bici e soffro le prime angherie d'infanzia...un ragazzino del vicinato mi fa mangiare dei grossi pezzi di sale facendomi credere che fossero caramelle...un altro mi convince a calarmi i pantaloni dicendomi che se lo faccio mi fa usare la sua bicicletta (vengo scoperto dalla mia matrigna, e vengo picchiato per questo, e mi viene tolta la bici)...la vita diventa semplice una volta iniziata la scuola: ad un solo isolato, sulla destra...visto che so già leggere scrivere e compitare gli insegnati mi spronano ad aiutare gli altri...la scuola è ancor più divertente visto che conosco già le lezioni...nessuno mi accompagna a scuola, né mi viene a prendere visto che è così vicina, quindi faccio del mio meglio per evitare i ragazzi più grandi, che sono dei bulletti...poiché mio padre suona concerti di sera, di solito dorme fino alle tre, quattro del pomeriggio, per questo dobbiamo mantenere il silenzio fino a quando si sveglia...svegliare mio padre per meno di un conflitto nucleare non è da prendere in considerazione...lo vediamo alzato per circa due ore fino all'ora di cena, subito dopo esce per tutta la notte...ciò non mi permette di avere molto contatto con lui, la persona che conosco meglio, e che mi parla a stento, mi lascia sotto la stretta sorveglianza della mia matrigna...se mio padre è a casa, generalmente mi viene permesso di stare alzato un po' di più, e l'atmosfera è meno tesa (ogni tanto, quando ci sono degli amici, vengo invitato a giocare a monopoli con gli adulti, sorprendo tutti vincendo)...giorno per giorno mi allontano sempre più dal passato, i ricordi di quando vivevo con mia madre e i miei nonni si perdono nel tempo, e la nuova realtà in cui vivo si rivela non essere temporanea come le precedenti...sarei voluto andare da qualche parte ma non avrei saputo dove...ovunque, ma non lì, immagino...per tutto il tempo che rimanemmo a Cicero non vidi mia madre o altri parenti...e come al solito non mi è permesso parlare di lei...

Siccome a mio padre piaceva musica funk e soul, finisce per essere l'unico bianco in gruppi di neri...i miei "zii" sono i quelli che lavorano con mio padre, e come avviene sempre tra musicisti (o, immagino, per tutti quelli che lavorano insieme) tendono a socializzare come fossero un gruppo, anche venendoti a trovare a casa a tutte le ore...cicero in quegli anni era piuttosto razzista, ma non credo che questo abbia mai messo mio padre in allarme fin quando un giorno un uomo lo saluta dicendo che ha una bella moglie e famiglia...dopo che mio padre l'ebbe ringraziato, quegli continuò dicendo che gli sarebbe dispiaciuto se fosse successo qualcosa a sua moglie e quei splendidi bambini...spiega che "loro" non gradiscono molto gli amici di mio padre e che se le visite non fossero finite qualcosa "di brutto sarebbe successo"...traslocammo non molto tempo dopo...

La successiva, e ultima, tappa fu Glendale Heights, Illinois, con una popolazione di circa dieci, quindicimila persone...questa zona in pianura "senza valli, rupi o rilievi" [gioco di parole sul nome della cittadina, ndt] è nella periferia meridionale di Chicago a circa un'ora dal centro...glendale Heights è una città senza un proprio centro storico ed è una di quei centri sorti per afflusso di lavoratori che si spostano verso la periferia in cerca di posti più economici in cui vivere con un modesto tenore di vita...per raggiungere la nostra nuova dimora bisogna oltrepassare una collinetta oltre un gruppo di caseggiati costruiti alla bell'e meglio, fino alla fine della strada...la palazzina è all'angolo sulla sinistra, il che è un bene perché abbiamo un piccolo cortile...la maggior parte dei vicini sono di ceto medio: bianchi del boom, gente in carriera, immigranti gran lavoratori dal Pakistan, India e Vietnam...il vicinato è tranquillo, silenzioso e sembra ordinario, l'isolamento è garantito visto che la strada è senza uscita...col passare del tempo il mio posto nella famiglia si stabilizza...sono essenzialmente un'entità indipendente (pensate ad un bambino non desiderato in adozione e ci siete quasi)...mio padre elargisce lodi a mio fratello e la mia matrigna lo considera come se fosse suo figlio...io sono tollerato, ma è chiaro che mi devo guadagnare il mio posto nella famiglia, specie nei confronti della mia matrigna...devo spazzare il pavimento mentre mio fratello gioca...devo sparecchiare dopo cena perché il cibo è costoso...ogni passo che compio, ogni mia mossa viene valutata rispetto a quello che costo alla famiglia...mio padre è distante, incapace di affrontare il fatto di avermi precedentemente abbandonato...incapace di confrontarsi con la sua stessa colpa, mi tratta più come un amico...mi spezza il cuore quando manda a mio fratello disegni di luoghi esotici fatti da lui e nemmeno mi nomina nelle sue lettere...mi sento invisibile, ma non riesco a nascondermi abbastanza...ogni cosa che faccio non viene notata, anche se non c'è cosa che voglio di più al mondo che essere notato...la scuola sta per cominciare e non vedo l'ora di andarci ogni giorno per diminuire la tensione di vivere in questa specie di pentola a pressione...divido la stanza con mio fratello e passo molto tempo lì leggendo il mio nuovo libro preferito, "il libro della giungla" di Rudyard Kipling...vorrei chiudere la porta ma non mi è permesso dalla mia matrigna (senza alcuna spiegazione in merito)...ma quando leggo fuggo in un mio mondo senza matrigne e padri assenteisti bensì pieno di madri da fiaba...

   
Traduzione a cura di absolute - Correzione, adattamento e revisione a cura di BillyCorgan.it.    
Confession #09 Indice
Confessions
Confession #11
   

La versione originale è di proprietà di Billy Corgan non è pubblicabile. Vietato riprodurre senza autorizzazione (P)BCIT (C)Billy Corgan.

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