|
#01: Corre l'anno 1986... [1986] |
Confessions |
|
Corre l'anno 1986...immaginatemi da solo su un marciapiede in quell'area da vecchia città di Ybor City, Florida, a guardare suonare una band locale attraverso il vetro che dà sulla strada di una caffetteria...la band volge le spalle alla strada mentre suona per una piccola folla di circa 20 persone dentro al locale...i miei capelli sono cotonati, tinti di nero-blu, tutti per aria e spettinati...i miei occhi sono contornati di nero, sapientemente disegnati nelle palpebre inferiori...indosso vestiti di poliestere da discount, troppo corti per la mia corporatura da 1.93... la band che sto osservando mira in basso, nel combinare insieme abiti à la psych-pop da fine anni '60...fanno una sorta di mix retrò, non completamente fedele ai "bei vecchi tempi", con un leggero tocco di atmosfera anni '80 messa lì come optional...tempi in cui tutto è più semplice, quando cantare di vaghe sensazioni attraverso frasi confuse e frammentate sembrava fornire una sintesi delle nuvole grigie del destino della classe media che incombevano sulle nostre teste...
Non posso entrare perché non ho ancora 21 anni (niente carta d'identità falsa, ho 19 anni), ma anche se potessi, non posso permettermi la spesa perché sono completamente senza soldi...vivo in quello che era un negozio sulla strada proprio sulla baia di St. Pete, dove gli scarafaggi spesso mi si arrampicano addosso mentre dormo...mi limito a stare là, aspetto, guardo...non so che sto aspettando...la band continua a suonare, sono proprio lì di fronte a me, a soltanto un metro e mezzo da me...al momento, sembrano tenere bene...il palco, il pubblico, il look, il suono...e io per nulla al mondo saprei come ridurre la distanza tra me e loro...il vetro potrebbe essere anche un muro di pietra di 120 metri d'altezza...
L'affitto del piano terra uso negozio dove vivo nell'estate del 1986 è di 255$ al mese, il che vuol dire che la mia parte ammonta a circa 86$ (Ron, il batterista, e Dale, il bassista, [dei Marked, ndr] coprono il resto)...finché riesco a far saltar fuori quei soldi ho un posto dove vivere...trovare di che mangiare è tutta un'altra storia...mi rifiuto di mendicare per delle monetine, quindi metto insieme i pasti grazie alla misericordia degli amici, i loro avanzi, e ogni tanto grazie a qualche dollaro avanzato dopo aver suonato in qualche bettola...quando sono disperato, faccio la fila per la zuppa insieme agli indigenti alla missione locale...di solito servono maccheroni e formaggio, cosa con cui posso venire a patti se sto davvero morendo di fame...il proprietario della casa non sa che sto vivendo nello squallore...gli abbiamo detto che è soltanto un posto per le prove, e spesso devo mentire quando mi vede uscire alle 8 di mattina dicendo che sono soltanto passato a prendere qualcosa...cerco di non fare troppo rumore per non tradire la mia presenza (ascolto lo stereo molto piano), e proviamo solo di notte quando il ristorante a fianco è chiuso...la mia "casa" è sulla via principale, vicino ad un'interstatale che passa alta sulle teste...a causa della sua posizione nell'oscurità, e per il riparo che offre dalla pioggia, la sopraelevata è anche il posto sotto cui le prostitute si organizzano per lavorare verso le 9 di sera...quando mi annoio, mi siedo fuori e parlo con loro mentre passeggiano...mi chiedono che sto facendo, e gli dico che sto solo guardando, girovagando...i temporali sono belli, il traffico scorre facilmente di solito, così rimaniamo io e i lampi arancioni, le transistor e le loro tragedie...intavoliamo spesso discussioni metafisiche sull'ingiustizia della vita, su come i dadi non diano sempre il risultato sperato...condividiamo il legame del sentirsi persi, ma in qualche modo sapendo che siamo esattamente nel luogo a cui apparteniamo, a fare quello che ci si aspetta che facciamo...c'è un'aria di rassegnazione, e la lieve speranza che le piogge finiscano così velocemente come sono cominciate...perché le tempeste non favoriscono molto gli affari...
|
|
01 |
|
|
|
Ogni tanto, chiamo a carico del destinatario a Chicago per parlare con mio papà...taglia corto con le telefonate perché "costano un mucchio di soldi"...non posso dargli un numero perché non ne ho uno...di solito lo chiamo dal telefono a gettoni del benzinaio...quando ho lasciato Chicago per venire qui, non ho portato dietro la mia vecchia auto...una Camaro del '75 che un tempo era l'auto di famiglia, ma era stata passata a me e avevo speso dei soldi per metterla a posto, quindi ora era "mia"...ma nella mia famiglia "mia" solitamente significa ancora "loro"...ho disperatamente bisogno di denaro, quindi ho chiesto a mio padre di vendere la macchina...mi dice che ha buone notizie, che il suo amico Ray ha comprato la macchina per 250$...Ray è come uno dei tanti "amici del cuore" di mio padre, dei tossici che cercano costantemente di stare un passo più in là da qualcosa: l'esattore delle tasse, lo spacciatore, l'oscura mietitrice, ex-mogli, figli, ragazze, il capo, qualunque cosa...papà è sempre circondato da questi approfittatori solitari...fortunatamente per me, si tratta di un'esperienza multiculturale, infatti sono cresciuto insieme a neri, ispanici, nativi americani e scarti della società bianchi, che passano a tutte le ore per parlare con mio padre, il che di solito significa chiunque, con mio padre che entra in una stanza e chiude la porta per un po' e, oh a proposito, non entrare senza bussare, perché sono occupati...
Ad ogni modo, Ray ha comprato la mia auto e mio padre mi invierà il denaro! Bene, sono a posto per un po'... quindi inizio a chiedere prestiti agli amici, dicendo che mi arriveranno i soldi entro una settimana, e che estinguerò il debito immediatamente...ormai sono stato qui abbastanza a lungo che i miei nuovi amici si fidano di me, ed essendo questa la prima volta che chiedo qualcosa a qualcuno, mi prestano volentieri 20 dollari uno, 20 l'altro...passa una settimana, e non si vede un soldo da mio padre...lo chiamo e lui giura che i soldi stanno arrivando, infatti li ha inviati proprio ieri e non c'è da preoccuparsi...mi ricordo di essere stato al negozio all'angolo e di aver ponderato se avessi dovuto spendere $1.86 per un sacchetto di ciambelle, perché questo lusso avrebbe dato un duro colpo ai miei ultimi 5 dollari, e non c'era nessun altro a cui chiedere prestiti...mentivo e dicevo a me stesso che i soldi sarebbero arrivati, perché mi preoccupavo tanto?...e quelle ciambelle erano buone! (quelle con lo zucchero a velo sopra) alla fine, dopo un mese di questa farsa, non sapendo più come fare, chiamo mio padre e lo imploro per avere i miei soldi...mi dice che è dispiaciuto, che ha speso i soldi e che non sarebbe arrivato denaro...gli chiesi tra le lacrime come avesse potuto farmi una cosa del genere, e lui rispose abbastanza secco "li ho spesi perché ne avevo più bisogno di te"...e questo è quanto...
Il mio vero nome è William Patrick Corgan, e sono nato al Columbus Hospital (proprio di fronte al bellissimo Lincoln Park che circonda il Lago Michigan) a Chicago alle 5:41 pm del 17 marzo 1967...molti mi conoscono come Billy Corgan, ma "lui" non è esistito fino all'età di 18 anni...mio padre era Billy, e io ero conosciuto in famiglia come "piccolo" Bill...sono l'artefice del "Billy Corgan" che voi amate, o odiate, o di cui non ve ne può fregare di meno...l'ho creato io e a volte l'ho amato, temuto, disprezzato più di quanto possiate mai immaginare...è l'autore di questo essere che vuole raccontarvi questa storia...a seconda dei punti di vista, è una brutale verità o una triste storia lacrimevole...una storia di gloria e fallimenti, o i frammenti narrativi di un folle e di uno che ha fatto il suo tempo...all'autore sta bene comunque la interpretiate, perché è accaduto A ME...i cassetti sono spalancati, e la dolce foschia di una vita volata via comincia a profondersi...ci sono corpi morti e vecchie foto, sussulti pornografici e fantasmi così timidi che sono fantasmi di fantasmi...ma tutte le voci sono qui, e vogliono parlarvi...infatti c'è una lotta per chi deve farlo per primo! Ma fa lo stesso, perché nella mia mente tutto succede a tutte le ore...avanti e indietro, possiamo ricercare cosa è successo e cosa deve ancora avvenire, e farci una risata o un pianto...ma alla fine, il mio desiderio è che non ci siano più segreti che valga la pena mantenere, che non ci siano più paure da cui valga la pena scappare...tutto quello che dovrebbe restare è un cuore candido e una gioia vibrante, e naturalmente, la musica... 9:14 pm
|
|
|
Traduzione a cura di adelaide -
Correzione, adattamento e revisione a cura di BillyCorgan.it. |
|
|
|
|
|
La versione originale è di proprietà di Billy Corgan non è pubblicabile.
Vietato riprodurre senza autorizzazione (P)BCIT (C)Billy Corgan.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|